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La profondità del cammino non è solo la sua strada

La profondità del cammino non è solo la sua strada

“Cosa posso fare io?”

Una domanda che ricorre spesso tra i giovani che prendono coscienza delle problematiche del mondo.

Ettore e Tino si confrontano sulle differenze tra le diverse generazioni di fronte al potere.  Siamo sotto un grande albero nel giardino del B&B dove dormiremo.

“L’idea che a livello mondiale ci sia un gran burattinaio – racconta Ettore- non funziona più perché oggi c’è una maggiore consapevolezza e i ragazzi si chiedono cosa fare per cambiare. C’è meno dimensione collettiva e più personale, ma alcune risposte ci sono per esempio partendo dal consumo critico”.

Il cammino ha tante dimensioni e ogni persona può vivere esperienze diverse anche quando queste sono condivise. Il livello più immediato è quello fisico che ci consente di percorrere tratti di strada da un punto all’altro. È anche una occasione di incontro. Con se stessi e con gli altri. In questi giorni lo abbiamo scoperto bene perché tanti di noi non si conoscevano e giorno dopo giorno abbiamo aperto pezzi delle nostre vite raccontandoci. Poi c’è uno sguardo anche verso il fuori da noi e questo consente riflessioni più aperte e profonde. Quando si osserva il territorio in cui si cammina si possono aprire questioni grandi. Ieri è stato il turno dei valori della cooperazione partendo dai nostri consumi. Oggi, percorrendo la settima tappa da Morimondo a Bereguardo è stato naturale guardare alla terra, alla siccità a cui stiamo assistendo.  Camminare consente di prendersi tempo per uscire dalla quotidianità e avere uno spazio di confronto.

Così, una volta arrivati alla meta, sistemate le proprie cose, fatte le docce, insomma le classiche azioni di routine dei camminatori, ci siamo seduti intorno a un tavolo nel parco del B&B Barbettini e dopo un po’ di riposo abbiamo avviato tante riflessioni.

La tappa era iniziata da una visita guidata nell’abbazia di Morimondo. Il risveglio ha portato una notizia delicata perchè Maria Teresa è dovuta rientrare a casa per problemi familiari e così il gruppo è rimasto con sette persone.

I 14 chilometri fino a Bereguardo sono stati impegnativi per via del gran caldo anche oggi. Lungo l’alzaia del naviglio non ci sono alberi e non si incontra niente a parte cascinali e campagna.

Abbiamo camminato con una piccola sosta e l’arrivo in paese è stato salutato con piacere fermandoci in un bar dove abbiamo incontrato Nicola Gallicchio, trail runner dalla storia incredile. Dopo una diagnosi di tumore al sistema linfatico qualche anno fa, Nicola ha fatto della corsa in montagna una dei rimedi con cui affrontare la malattia. Ha percorso in una giornata la Via Francisca e partecipato all’ultima edizione del Tor de Geants.

Ha scritto un libro “Fall risk. Inseguendo il bianconiglio” dove racconta il ruolo del cammino e della corsa nel suo tornare alla vita dopo la malattia.

La sua é stata una sosta veloce perché doveva raggiungere Pavia in bici per un controllo medico. Un gran coraggio.

Al nostro gruppo si sono aggiunti Ettore, Rosanna e sono rientrati Maria Cristina e Fulvio per un aperitivo nel circolo operaio e una cena speciale A La Roveda di Bereguardo. Uno spazio di produzione artigianale che gestisce anche la gastronomia con cibo locale.

Lungo il cammino abbiamo sempre trovato posti interessanti per mangiare e così durante la cena si é aperto un nuovo confronto su quale fosse il posto più amato. Ha vinto l’osteria Piccolo Stelvio di Gornate con i suoi pizzoccheri. Buon posizionamento anche per i Tre risotto. Molto gradita anche questa ultima cena.

La serata si é chiusa con un momento di vero Amarcord con Neven che restava incredulo ne sentire recitare tante pubblicità degli anni Settanta e Ottanta quando c’era ancora Carosello.

Durante la giornata alcuni discorsi riguardavano aspetti logistici per il rientro a casa, ma in serata si é svelata la forza del cammino nel generare un clima di gruppo.

Restano gli ultimi 15 chilometri prima di chiudere questa esperienza. La colonna sonora, insieme con le poesie recitate a memoria, sono le rane e i rospi che animano questa zona di risaie e canali.

Domattina sveglia presto per arrivare a San Pietro in ciel d’oro per ricevere il Testimonium che certifica il cammino. Da lì poi alla Coop di Pavia a chiudere questo primo quartetto di negozi lombardi.



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