19 Mag Tappa dopo tappa i valori della Coop camminano con noi
Le alzaie dei Navigli sono state le protagoniste della sesta tappa. Venticinque chilometri sempre al lato dei corsi d’acqua fino all’ultimo miglio per arrivare a Morimondo.
Siamo partiti alle sette e mezzo per contrastare il gran caldo di questi giorni. Maria Teresa ci ha preceduto di un’ora e l’abbiamo raggiunta solo ad Abbiategrasso.
Il primo tratto è incantevole, tutto immerso nella natura fino a Bernate Ticino con la sua imponente canonica e il suo circolo operaio. Da lì si arriva presto a Boffalora sopra Ticino dove ci sono i segni della bellezza del Naviglio grande con i ponti e le barche per la navigazione.
La prima sosta lunga la facciamo a Robecco dopo undici chilometri. Ormai abbiamo preso il ritmo tipico del camminatore. Cinque giorni hanno aiutato ad un vero allenamento sul campo.
Via le scarpe e le calze e ci godiamo la vista del palazzo Archinto proprio di fronte a noi. Giovani ragazzi gestiscono l’ex circolo con le salette tutte affrescate e facciamo divertire e anche diventar un po’ matto il ragazzo che ci porta da bere. Una richiesta dietro l’altra ma ci prendiamo in simpatia e ci porta anche il timbro del suo locale brandizzato con la Via Francisca.
La pausa è rigenerante e il gruppo si muove davvero bene percorrendo velocemente i sette chilometri che mancano ad Abbiategrasso.
Il posto in cui avevamo pensato di fermarci per esperienze fatte in passato con altri gruppi non ha spazio per noi e non sembrano interessati a prepararci panini e così, dopo un rapido consulto, decidiamo di proseguire fino a Caselle dove c’è la trattoria omonima. Un esercizio pubblico che ha avuto un ruolo importante in questi due anni per la Via Francisca. Oltre al servizio ristorazione hanno alcune camere che offrono a prezzi calmierati per i pellegrini. Hanno un’impronta di qualità rispetto ai prodotti e alle scelte di lavoro. Il cibo è ricercato anche nel menù del giorno a prezzo fisso. Diversi di noi hanno preso il risotto alla rapa rossa, altri le zucchine ripiene alla ricotta e altri ancora la frittata. Dolci fatti in casa comprese le marmellate. Grande soddisfazione anche se riecheggia sempre la cena all’osteria Piccolo Stelvio a Gornate superiore.
Una pausa che è stata caratterizzata da un confronto animato sulle caratteristiche specifiche che ha la Coop non tanto sul piano commerciale stretto ma su quello valoriare. L’attenzione alla filiera, ai diritti, alla sostenibilità ne fanno un’azienda profondamente diversa dalle altre della grande distribuzione. Valter si è lanciato in un racconto profondo delle caratteristiche di Coop. Lui arriva da ruoli importanti come responsabile dell’innovazione. Oggi mantiene un legame forte non solo per il lavoro nel comitato soci, ma come consulente sui temi ambientali e altro. Gestisce relazioni anche all’esterno e al termine del pranzo ci ha inviato una sua presentazione sui temi della discussione intorno al tavolo.
“Il cittadino – scrive Valter – può determinare le dinamiche che regolano il ciclo di vita di un prodotto, dal momento che le sue scelte influiscono sugli impatti connessi:
- all’uso dei prodotti (in maniera diretta);
- alla progettazione e realizzazione (tramite la domanda di prestazioni sostenibili dei prodotti);
- al fine vita (raccolta differenziata, recupero, corretto smaltimento).
La Grande Distribuzione ha molte responsabilità svolgendo un ruolo chiave tra chi produce e chi consuma:
• può favorire la promozione e diffusione di comportamenti di acquisto volti a ridurre l’impatto ambientale e sociale dei prodotti;
• può coinvolgere, o essere coinvolta, insieme a tutti coloro che hanno un ruolo strategico in questo processo”.
Temi che sono tornati in mezzo al gruppo più volte, ma oggi se ne é discusso in modo più profondo.
Usciti da Caselle la strada da fare era breve ma tra il caldo e i tanti chilometri fatti, il cammino ha ripreso con un ritmo sicuro ma più affaticato.
L’arrivo a Morimondo è sempre emozionante e non solo perché la meta è raggiunta. Il paese è un gioiello e la piazza dell’abbazia si presenta come un incanto. Una storia di mille anni che ha raggiunto il suo apice alla fine del milleduecento quando la struttura fu portata a termine.
Nel tardo pomeriggio abbiamo incontrato il sindaco Marco Marelli. Ci ha raccontato cosa sta facendo il comune e come sono andate le cose negli ultimi quarant’anni.
“Abbiamo due fondazioni. Una valorizza l’abbazia con tutte le attività connesse. L’altra in collaborazione con altri sette comuni ha il compito di gestire una Rsa con 60 ospiti. Il Comune da sei mesi ha acquisito anche la chiesa e ora potrà ristrutturarla grazie ai fondi del Pnrr”.
Marelli è stato uno degli amministratori che ha creduto di più nello sviluppo della Via Francisca al punto di sistemare degli spazi che potessero ospitare un ostello che da un anno è attivo come Foresteria dell’abbazia. Dormiamo lì con camere semplici ma con tutti i servizi comprese lenzuola e asciugamani.
Il sindaco aveva interrotto i lavori per la preparazione di un evento che si terrà il 21 e 22 maggio come rievocazione di alcune battaglie che si svolsero nel territorio nel Trecento.
Ottima cena per noi nell’osteria della Grancia di fianco all’abbazia.
Il morale del gruppo è ottimo al punto che serpeggia quasi il dispiacere per il poco tempo che ormai manca all’arrivo a Pavia. L’aspettò affascinante è la progettazione del seguito di questo cammino per coinvolgere il maggior numero di soci Coop. Le confidenze prendono sempre più spazio e i racconti interpersonali si mescolano a discorsi più valoriali. È la magia del cammino torna a mostrare l’energia che si mette in moto ben oltre i chilometri che dopo chilometri ci porteranno a Pavia.